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Judas Priest: lo storico album Painkiller compie 30 anni

Concerto metal

Judas Priest, Painkiller: canzoni e curiosità sull’album della rinascita per la band guidata da Rob Halford, un caposaldo della musica metal.

Il 3 settembre 1990 usciva Painkiller, dodicesimo album in studio dei Judas Priest. Per analizzare questo album dovremo fare una riflessione su cosa rende estremo il metal estremo. I fattori sono la velocità o la sua mancanza, lo stile vocale, la tecnicità, la complessità compositiva e, naturalmente, la grande produzione. Anche la “pesantezza” è un fattore dominante, ma è un concetto arbitrario. Ad ogni modo, Painkiller resta un pezzo di storia del metal ad alta velocità e questo prescinde da ogni tipo di riflessione.

Concerto metal
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Judas Priest: Painkiller

L’importanza di Painkiller per la storia del metal e per quella della band britannica è chiarissima. Si tratta di uno dei più grandi dischi di ‘ritorno’, come è stato definito da alcuni. Se il suo predecessore, Turbo, aveva rappresentato per i Judas la conquista della celebrità, a discapito della ‘pesantezza’, Painkiller è stato, in gran parte, l’opposto.

Il video del brano Painkiller:

Tra questi due estremi si trova Ram It Down, più tosto di Turbo, ma che resta un disco metal degli anni ’80 orientato al commercio. Spinti dalla crescente onda dell’heavy metal, i Judas Priest scrissero del materiale che si adattasse a quell’epoca. Non è stata una decisione lungimirante, anche perché la band avrebbe potuto facilmente pubblicare un altro album in stile Screaming for Vengeance, Defenders of the Faith o Ram It Down, ma non lo fece. Hanno scelto, invece, tale strada in un momento in cui la popolarità e le vendite del metal estremo stavano iniziando a raggiungere il picco.

Judas Priest riconquistano la credibilità con Painkiller

Proprio quando sembrava che i Judas Priest fossero stati detronizzati da una nuova ondata di thrash band tra cui Metallica, Megadeth, Slayer e Anthrax, i difensori del metal si sono ribellati con il loro 12° album, Painkiller. Nel tentativo di riconquistare la credibilità che un tempo avevano così cara, i Judas Priest incrementarono i ritmi e l’aggressività, scrivendo una serie di canzoni che si avvicinavano alla ferocia dello speed metal.

Penso solo che il primo movimento thrash metal fosse un segno che l’industria doveva continuare a evolversi e muoversi e così anche le band“, ha rivelato l’ex chitarrista K.K. Downing nel 2010 a Loudwire.

L’iconico cantante Rob Halford considera ancora la title track, una straordinaria vetrina di velocità e agilità, come uno dei suoi brani preferiti. La canzone racconta la storia di uno scintillante angelo di metallo inviato per vendicare l’umanità dai malvagi nel mondo. “Penso che sia una dichiarazione meravigliosa. Incarna cos’è il metal – è tutto ciò che dovrebbe avere una traccia metal urlante“, ha detto a Kerrang! nel 2013. Commercialmente, Painkiller ha avuto molto successo, alla fine è diventato disco d’oro. Dal punto di vista della critica, è stato un trionfo, nonché uno dei momenti salienti della loro carriera.

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